REGGIO EMILIA – Fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola sono i punti critici della manovra, secondo Cgil e Uil. Una manovra che per le due confederazioni “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e un’occupazione stabile”.
Queste le motivazioni che hanno portato allo sciopero generale che ha riguardato lavoratori pubblici e privati oltre ai servizi (ma non la sanità e la scuola). Secondo la Cgil, l’adesione allo sciopero generale in Emilia Romagna è stata al 70% e nei grandi gruppi industriali la percentuale risulta superiore. Disagi si sono verificati soprattutto nel settore dei trasporti.
Oltre mille i lavoratori reggiani che hanno preso parte, a Milano, alla manifestazione promossa da Cgil e Uil e che sono giunti nel capoluogo meneghino con 25 pullman partiti dalla nostra città: la maggior parte con a bordo lavoratori iscritti alla Fiom. Il corteo si è radunato in piazza Castello per dirigersi all’arco della Pace, dove si sono tenuti gli interventi dei delegati con un collegamento da Roma con il segretario della Cgil, il reggiano Maurizio Landini. “Questo è l’avvio di una mobilitazione, perché pensiamo che il Paese vada cambiato con una riforma fiscale e delle pensioni degna di questo nome e cancellando la precarietà. Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun Governo”, ha tuonato proprio Landini.
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