REGGIO EMILIA – Sulle note di “Think” (pensa), inno alla libertà di Aretha Franklin, i lavoratori della Ask Industries hanno sfilato tra i capannoni delle ex Reggiane sventolando le bandiere della Fiom. In un luogo che di rivendicazioni salariali ne ha vissute storicamente tante per loro era la prima volta. La Ask industries, che produce componenti per le auto come antenne e altoparlanti, è un’azienda nata nel 1965, marchio storico della metalmeccanica reggiana con circa 80 dipendenti. Ora la produzione è stata delocalizzata, ma a Reggio è rimasta la sede amministrativa e di progettazione. Dal 2015 la Ask fa parte del gruppo giapponese Kenwood. E’ stata la prima realtà ad insediarsi nel capannone 18 delle ex Reggiane e per i lavoratori, per lo più impiegati, è appunto il primo sciopero. Sono da mesi in trattativa per il rinnovo del contratto aziendale.
“Ogni lavoratore crea un fatturato di 620mila euro procapite, noi rivendichiamo il diritto allo smart working, un aumento salariale per recuperare un pezzo di inflazione e aumento del premio di risultato – sottolinea Viola Malandra, funzionario della Fiom – Per noi lo smart working è conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
Con il negoziato in stallo da tempo i lavoratori hanno deciso un pacchetto di ore di sciopero, oggi le prime 4 ore, per dimostrare alla direzione aziendale la volontà di arrivare ad un contratto degno di questo nome. “Gli aumenti proposti dall’azienda sono ridicoli”, dice uno dei lavoratori in corteo, Davide Masini
“La posizione dell’azienda è che si facciano accordi individuali per lo smart working, con sistemi di controllo a distanza – chiosa Malandra – Lo sciopero oggi è stato molto partecipato, anche da chi lavora da casa o all’estero”.