REGGIO EMILIA – “Una parola per descrivere la mia carriera? Molto lunga (ride). A parte gli scherzi, emozionante”.
Giuliano Razzoli ha detto basta con lo sci. L’atleta di Villa Minozzo, alle porte dei quarant’anni, ha deciso di chiudere la propria carriera agonistica. Una notizia che era nell’aria: il campione olimpico di Vancouver 2010 aveva programmato di dare l’addio allo sci nella tappa slovena di Kranjska Gora, lo scorso 6 marzo, in quella che sarebbe coincisa con la sua ultima gara in Coppa del Mondo di slalom. L’annullamento della tappa per via delle condizioni meteo ha fatto posticipare la decisione che è arrivata nelle ultime ore. L’atleta, intercettato dalla nostra redazione a un evento cittadino, ha raccontato il perchè di questa sceltanon nascondendo un pizzico di emozione.
“Come sapete la mia schiena ha fatto molta fatica nell’ultimo anno, a dir la verità negli ultimi venti… – scherza Razzoli – Ho sempre corso con la volontà di fare risultati importanti, ho avuto tantissimi infortuni e sono spesso rientrato ad alto livello. Ma l’obiettivo è sempre stato correre per primeggiare, non per partecipare. Adesso mi sento di non riuscire più a correre per primeggiare ed è arrivato il momento di salutare”.
Giuliano Razzoli ha messo gli sci ai piedi all’eta di quattro anni: dalle prime sciate nella nostra provincia è arrivato a essere protagonista prima in Coppa Europa e successivamente in 157 gare del circuito della Coppa del Mondo di sci. Nel suo palmares due vittorie, nella tappa croata di Zagabria del 2010 e in quella svizzera di Lenzerheinde l’anno successivo, cinque secondi posti e quattro volte si è insediato nel gradino più basso del podio. Due medaglie d’oro ai mondiali militari, nel 2010 e 2013, che si aggiungono alla ciliegina sulla torta della carriera, la medaglia d’oro di Vancouver. Il 27 febbraio 2010 il successo che vale una carriera, unico metallo prezioso centrato dalla spedizione azzurra in quell’edizione a cinque cerchi. “Vancouver la conosciamo tutti – dice Razzoli – Il suo bello è che tante persone che incontro, amanti dello sport, mi dicono sempre dov’erano in quel momento e li capisci che è stato un momento iconico per gli appassionati di sport”.