REGGIO EMILIA – Gabriele Vincenzi ha conquistato il titolo italiano master di spada e punta ai mondiali di categoria. E poi c’è Veronica Martini, 24enne di Rubiera: alcuni anni fa è stata colpita da una paralisi, oggi è campionessa italiana assoluta di spada paralimpica. Due storie di vita, due successi straordinari celebrati anche dal sindaco Luca Vecchi durante la serata organizzata dal Club Scherma Koala al ristorante La Grattugia all’agriturismo La Razza.
“Questi ragazzi hanno dimostrato con la loro grinta quello che si può fare nonostante le difficoltà che la vita ti mette di fronte – le parole di Massimo Bertacchini, fondatore della Scherma Koala – Sono felice che siano con noi e siano di esempio per tutti i ragazzi, perché danno un senso a quello che è lo sport e l’impegno quotidiano di tutti”.
“Non bisogna fermarsi davanti ai propri limiti – ha invece detto Veronica – ma si deve sempre porsi obiettivi, guardare avanti e lavorare sodo, con convinzione, e non abbattersi. La vita a volte fa degli scherzetti, bisogna affrontarli a cuore aperto e con serenità”.
“Visto il periodo, questo titolo è stato molto importante – ha aggiunto Gabriele – Ci speravo perché è un anno che sto tirando bene, in tutte le gare ho sempre fatto un bel risultato. Poi, si tratta di una gara unica e non è facile arrivarci in fondo. Non sono l’unico, tutti hanno voglia di vincere”. Spade e maschere a fare da cornice. Sponsor, staff tecnico, amici che da sempre hanno sostenuto la scherma reggiana, come Giorgio Cimurri. E poi gli atleti del Koala, dalla schermitrice dell’aeronautica Marta Ferrari allo spadista paralimpico Simone Rabitti, passando per tutti i ragazzi che si sono qualificati alle finali nazionali delle rispettive categorie: a premiarli il presidente della Fondazione per lo Sport del Comune, Mauro Rozzi, che ha parlato della società di scherma come di un esempio: “Attraverso la competenza dei propri tecnici – le sue parole – ha ottenuto risultati importanti non solo dal punto di vista agonistico ma anche da quello sociale e aggregativo. Poi, c’è il valore aggiunto di aver unito l’attività olimpica con quella paralimpica e quindi di aver ottenuto risultati in entrambi i campi”.
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