REGGIO EMILIA – “Materiale pedopornografico ce n’é una quantità abnorme in internet: i tecnici parlano di almeno 6-7 milioni di filmati diversi”.
Marco Scarpati si batte da decenni contro lo sfruttamento sessuale dei minori. Da avvocato specializzato in diritto minorile ha seguito più di 150 processi. Nel libro “La posizione del missionario e altre storie vere di bambini” ha raccontato alcune delle vicende in cui si è imbattuto, in Italia e all’estero, negli anni Ottanta o pochi mesi fa. Come si contrastano i pedofili?
“La pena è importante a volte come forma di rottura della condotta di una persona, però studiare la motivazione per cui un fatto è avvenuto è ugualmente importante per evitare che questi fatti avvengano di nuovo”.
Gli abusi e i maltrattamenti – ne è convinto Scarpati – si combattono con la scuola e ricreando, come diceva Loris Malaguzzi, un villaggio al cui centro c’è il bambino. Anche la Chiesa cattolica sta facendo i conti con questo fenomeno. A lungo, dice Scarpati, la pedofilia nella Chiesa è stata considerata un vizio, non un reato, ma il papato di Benedetto XVI ha segnato una svolta. In Francia, in Germania, negli Stati Uniti le indagini affidate a soggetti esterni indipendenti hanno portato alla luce moltissimi casi. A Reggio, invece, la commissione diocesana istituita dal Vescovo Camisasca nel 2019 ha ricevuto solo qualche segnalazione, nessuna delle quali su sacerdoti. Ci sono modi più o meno efficaci per approfondire questi fenomeni?
“Se rimani all’interno dei cattolici, si creano una serie di inghippi. Il primo: non è detto che un genitore si fidi di una persona nominata all’interno della Chiesa dal capo della Chiesa locale”.
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