SCANDIANO (Reggio Emilia) – Una bellissima idea, un gesto di solidarietà e vicinanza al tempo stesso. Un gesto che fa comunità. Quel “grazie” urlato da 60 milioni di italiani al personale sanitario nei mesi devastanti del lockdown ha ora trovato materia a Scandiano, è diventato arte.
Le mani, educate, sono quelle dei giovani artisti del progetto di “connessione sociale” Made Magazzino di esperienze. Arte, cura della persona, cittadinanza attiva, sanità pubblica sono solo alcuni dei concetti che si intrecciano in un’opera creativa, ideata all’interno del centro vaccinale alle Fiere su input della direzione del distretto Ausl di Scandiano e in collaborazione con il Comune.

Gli artisti all’opera
I murales, che rappresentano sanitari al lavoro, sono stati realizzati all’interno dell’hub da tre volontari e artisti del progetto giovani “Made”: Sara Diga, Giorgia Conte e Mattia Margini che hanno lavorato durante le aperture del centro vaccinale, offrendo a chi era in attesa la possibilità di seguire il percorso creativo.
“Ausl, impresa sociale Base Progetto Giovani e Comune – ha spiegato Claudio Bertolani, presidente dell’impresa sociale, ente ideatore e gestore del ‘Made’ – hanno inteso rappresentare e celebrare con un’opera creativa il fondamentale lavoro svolto dal personale sanitario nel corso della pandemia, l’impegno e il senso di responsabilità dei cittadini con uno sguardo positivo sul nostro presente e futuro”.

Gli artisti all’opera
“Si tratta di un progetto splendido – ha commentato il sindaco Matteo Nasciuti che ha fatto visita, insieme al direttore del distretto Marco Ferri, all’opera – E’ un lavoro che unisce l’innegabile spunto artistico a un’educazione alla riconoscenza. Attraverso un’opera che abbellisce lo spazio nel quale si fanno le vaccinazioni, infatti, i ragazzi del nostro Progetto Giovani, rispondendo a una chiamata di Ausl, rendono omaggio ai tanti operatori che prestano il loro servizio in una campagna vaccinale senza precedenti, che tutti siamo convinti risulterà decisiva nella lotta alla pandemia”.













