SCANDIANO (Reggio Emilia) – Restano molti interrogativi sul movente dall’aggressione con un coltello alla sua compagna e poi del suo gesto estremo. Motivi economici o litigi? Forse non si saprà mai con certezza e forse non è nemmeno più determinante.
Quello che resta è solo il dolore estremo per una vita che si è persa e per un’altra che guarita dalle ferite dovrà in qualche modo ricominciare. Oggi è stato il giorno dell’ultimo saluto in un clima di dolore e cordoglio. Esequie sobrie ma partecipate. La salma del ristoratore Anacleto Rossi, 43 anni, è partita dalla camera ardente dell’ospedale di Magati di Scandiano per raggiungere il cimitero di Iano per la tumulazione. A seguire il feretro, sulla bara tanti fiori, i famigliari, la sorella Veronica, diversi amici. Uno di loro scrive con un pennarello sulla bara per ricordare in eterno la sua immutata amicizia. C’è anche la compagna Federica con un vistoso cerotto al collo.
L’uomo venerdì ha aggredito con un coltello la donna, che lavorava con lui nel notissimo ristorante di famiglia nella borgata di Mazzalasino a Scandiano. Poi si è buttato dal tetto della loro casa ed è morto sul colpo. Anacleto, detto Niki, era molto conosciuto così come tutta la famiglia, una generazione di ristoratori. Tutta la comunità è rimasta sconvolta alla notizia e impressionata da quanto è successo, chi è presente al funerale lascia il proprio ricordo. Una morte che anche dal punto di vista giudiziario chiude di fatto la vicenda.
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