REGGIO EMILIA – Niente era lasciato al caso. Prima c’erano i sopralluoghi, accurati; poi il furto delle auto che sarebbero servite per portare via i trattori; infine lo stoccaggio dei mezzi agricoli in luoghi di campagna precedentemente censiti, luoghi molto isolati e difficili da raggiungere. La banda dei trattori si è mossa così, come vediamo in queste immagini, durante tutta l’estate, compiendo colpi in serie in gran parte dell’Emilia, ma anche in Romagna e in Piemonte. Ai quattro finiti in manette sono contestati furti a Reggio, per la precisione in val d’Enza, tra Gattatico, Sant’Ilario e San Polo; nella confinante Parma, e poi a Bologna, nella provincia di Forlì-Cesena e, appunto, fuori Regione. Ma a dare maggiormente nell’occhio erano stati il colpo della notte del 24 luglio scorso a San Prospero di Modena e quello di pochi giorni dopo a Zocca: il gruppo portò via sei trattori in tutto. Da lì, a settembre, l’inizio delle indagini e la composizione di un quadro unitario, per procura e carabinieri d’Oltresecchia: i quattro, di origine albanese, sarebbero responsabili del furto di 28 trattori, 22 dei quali sono stati recuperati dalla polizia giudiziaria e già restituiti; di quello di 17 veicoli tra auto e furgoni, 14 dei quali riconsegnati. In tutto avrebbero sottratto mezzi per un controvalore di 2 milioni e mezzo di euro. Gli indagati, che hanno tra i 21 e i 58 anni, sono gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di trattori agricoli, ricettazione e autoriciclaggio di autovetture rubate. Dopo i colpi infatti, secondo l’accusa, i mezzi venivano caricati su un autoarticolato che veniva utilizzato dal più anziano del gruppo e da lì i mezzi raggiungevano l’Albania attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia e il Montenegro. Nelle ultime ore il gip ha convalidato il fermo dei quattro disponendo per loro la custodia cautelare in carcere come chiesto dalla procura.


















