SASSUOLO (Modena) – Nel 2009 a San Michele dei Mucchietti, frazione di Sassuolo, Marco Manzini (originario di Scandiano) uccise la moglie Giulia Galiotto a colpi di pietra, gettando poi il corpo nel Secchia per simularne il suicidio. Condannato a 19 anni e 4 mesi, fino quindi al 2028, è però già in semilibertà, con un lavoro e una vita praticamente normale. “Una presa in giro”, dice Giovanna Ferrari, madre di Giulia, lamentando un sistema normativo che per garantire i colpevoli calpesta le vittime.
Le norme non prevedono nemmeno di informare vittime o loro familiari in caso di benefici o riduzioni di pena del condannato. “Abbiamo appreso della semilibertà –continua la mamma di Giulia- perché per ottenere altri benefici il suo avvocato ci ha fatto una proposta risarcitoria”.
Risarcimento superiore al milione di euro, è scritto nella sentenza, 50 euro al mese la proposta del Manzini. Impensabile accettare una mediazione.
Sassuolo, uccise la moglie simulando suicido: è già in semilibertà. VIDEO
11 settembre 2022Condannato a 19 anni e 4 mesi, avrebbe dovuto restare in carcere fino al 2028. “Una presa in giro”, per la famiglia della giovane vittima