SASSUOLO (Modena) – “Sicuramente i miei Assistiti non hanno torturato nessuno, hanno effettuato un intervento di contenimento ordinario secondo il Protocollo in essere presso il Comando”. Così Barbara Tassi avvocato difensore di due dei quattro agenti della polizia locale di Sassuolo per i quali il giudice Carolina Clò ha emesso il provvedimento di sospensione dal pubblico ufficio. Devono rispondere di un’accusa gravissima: tortura, aggravata dal fatto di essere stata commessa da pubblici ufficiali, perchè avrebbero usato violenza su un uomo di nazionalità marocchina credendolo uno spacciatore, mentre in realtà si trattava di un operaio, regolare, che non ha mai avuto a che fare con giri di droga, arrivato al pronto soccorso dell’ospedale di Sassuolo a causa di una grave crisi ipoglicemica. La difesa è pronta alla battaglia legale: “Le nostre ragioni potranno riportare i fatti nella loro dimensione e, quindi, ad una giusta realtà di quanto è successo”, ha detto ancora l’avvocato Tassi, che sta valutando il ricorso contro la sospensione decisa dal gip. Un vicenda delicata sulla quale stanno cercando di fare luce i carabinieri. A denunciare l’accaduto era stato il Direttore Generale dell’Ospedale dopo la segnalazione del personale sanitario presente in pronto soccorso. L’uomo, secondo la procura, era arrivato in ambulanza dopo essere stato visto vagare per strada in stato confusionale, i medici gli avevano diagnosticato una grave crisi ipoglicemica, come già gli era accaduto qualche giorno prima. Secondo la procura i quattro agenti, due residenti nel reggiano, per circa un’ora avrebbero immobilizzato l’uomo, percuotendolo sul petto e al capo, incastrandogli le braccia tra le sponde della barella; uno di loro, si legge nella nota della Procura, gli sarebbe salito anche con i piedi sul bacino chiedendo con insistenza dove avesse preso la droga e se avesse assunto sostanze stupefacenti. “Trattamento inumano e degradante” ha chiosato il giudice. L’uomo non non ha mai sporto denuncia, non ricorda nulla dell’accaduto poiché la crisi ipoglicemica lo aveva reso praticamente incosciente.
“E’ un’imputazione seria che contestiamo sotto profilo giuridico e fattuale”- ha dichiarato l’avvocato difensore del terzo vigile urbano Roberto Canuri. “Giovedì scorso il mio assistito nel corso dell’interrogatorio ha fornito la sua versione dei fatti e ora non escludiamo di fare ricorso”.
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