REGGIO EMILIA – “E’ difficile, è una bella sfida. Devo dire che è una sfida che ho voluto e che mi affascina”. Così Romano Sassatelli risponde alla domanda se sia difficile fare il presidente della Fondazione Manodori. Medico alla guida della struttura complessa di Gastroenterologia Endoscopia Digestiva del S. Maria Nuova, Sassatelli dall’agosto 2019 è anche il numero uno della Fondazione Manodori e in questa veste si è trovato ad affrontare l’emergenza Covid.
Il mancato pagamento dei dividendi da parte di banche e assicurazioni, voluto dalla Bce, è costato alla Fondazione 1 milione di euro. L’ente di via Carducci è stato costretto a correre ai ripari. Ha venduto numerosi fondi, reinvestendo solo in parte il ricavato e ritrovandosi a fine 2020 con quasi 13 milioni di liquidità. Una strategia proseguita nei primi mesi di quest’anno, con la vendita di un fondo azionario JP Morgan e di un fondo obbligazionario Axa per complessivi 7 milioni. Nel complesso, il valore del portafoglio finanziario è aumentato del 6%, toccando i 28,5 milioni.
Il processo di dismissione della partecipazione in Unicredit è stato invece interrotto dalla caduta del titolo. le azioni valgono 10 euro, ma sono in carico a 18. Che fare? “Tutte le volte che parliamo di Unicredit – afferma – siamo lì a pensare: vendiamo? Non vendiamo? Accettiamo questa perdita?”.
Dopo le vendite degli anni scorsi, la Fondazione possiede ancora poco meno di 3 milioni di azioni Unicredit. Azioni che sono a bilancio per 55 milioni, ma a fine anno ne valevano 22. Le priorità di Sassatelli sono tre: tutela del patrimonio, capacità erogativa e limitazione del rischio. L’impressione è che si stia facendo strada l’idea che non è possibile ridurre l’esposizione sulla banca senza minusvalenze. “Con la consapevolezza – sottolinea il medico – che Unicredit è un problema che dovremo gestire nel modo più razionale possibile”.
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