REGGIO EMILIA – Tra aneddoti, ricordi e qualche sorriso, oltre cento persone hanno assistito alla chiacchierata tra l’ex ciclista Giuseppe Saronni e l’editorialista della Gazzetta dello Sport Marco Pastonesi. “Le nuove strade del ciclismo… aspettando il Giro E” è il titolo della serata che si è svolta ai Chiostri di San Pietro e che rientra tra gli eventi promuovere proprio la corsa parallela al Giro d’Italia, che vede gli atleti gareggiare con biciclette da corsa a pedalata assistita.
Il 21 maggio l’ottava tappa arriverà a Castelnovo Monti come la corsa rosa, il giorno successivo sarà Reggio a ospitare la partenza della nona tappa che si concluderà a Viadana. “È una specialità interessante che piace a tanti e avrà un grande futuro”. Può avvicinare persone al mondo del ciclismo? “Questo sicuramente – prosegue Saronni – è un po’ come tanti anni fa quando è nata la mountain-bike che ha portato poi anche tante persone, ad usare la bicicletta”.
Famosa la sua rivalità con Francesco Moser, Giuseppe Saronni conta 193 vittorie da professionista. Nel suo palmares due Giri d’Italia, nel 1979 e nel 1983, e il titolo di campione del mondo su strada nel 1982. Saronni ha parlato della corsa rosa indicando il suo favorito. “Sulla carta il punto di riferimento ovviamente è un corridore come Roglic, perché ha già vinto il Giro ed è un’atleta di una certa età ed esperienza. Pero nel Giro non è mai detto: ci sono tanti giovani rampanti che vogliono mettersi in luce e vogliono far bene. Quindi attenzione, il Giro riserva sempre delle sorprese”.
Manca una rivalità Moser-Saronni nel ciclismo? “Nello sport sempre mancano le rivalità, ci vogliono – non si nasconde Saronni – Sono importanti, fanno discutere e creano interesse. Però non mettiamo limiti, probabilmente nel prossimo futuro qualcosa ci sarà”.
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