REGGIO EMILIA – Il suo nome è Mohammad Hesham Huraini: ha 22 anni ed è un attivista di Masafer Yatta, la regione delle colline a sud di Hebron dove da anni l’esercito israeliano sta espropriando terre di residenti palestinesi per dare vita a nuove colonie ebraiche. Una situazione a cui la popolazione locale si sta opponendo in maniera pacifica, ma ferma. Una battaglia che ha già portato questo giovane ad essere arrestato per ben 11 volte. Racconta la sua esperienza durante una sua visita a Reggio Emilia, dove è appena arrivata la notizia che un tribunale israeliano ha appena decretato la demolizione di una casa alloggio riservata ad attivisti e giornalisti proprio su un terreno di proprietà della sua famiglia. Una struttura sulla quale c’è un murale realizzato da un collettivo reggiano: “E’ una notizia pessima – dice Huraini- ma è la dimostrazione di quello che sta facendo il regime israeliano in Cisgiordania, è la dimostrazione dell’occupazione israeliana e dell’aphartheid. Nei nostri villaggi è l’esercito israeliano a decidere quando chiudere la strada, quando far entrare gli insegnanti per le lezioni a scuola, se autorizzare l’ingresso di un’ambulanza e se lasciare gli internazionali liberi di muoversi dentro e fuori. Nello specifico io mi occupo di documentare gli attacchi di esercito e coloni, sostengo le famiglie che subiscono l’occupazione“.
Gli chiediamo che messaggio voglia rivolgere alla gente di Reggio su quanto sta avvenendo non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania: “Vi chiedo di sostenerci e supportarci se volete essere dalla parte giusta della storia. Vi chiedo di schierarvi e di non essere indifferenti”.
A fine ottobre, salvo imprevisti, è pronto a raggiungere la Cisgiordania l’attivista reggiana Cosimo Pederzoli che è da anni in contatto con la gente di Masafer Yatta: “Temo che quando andrò là non troverò più la guest house perché sarà stata demolita”.
Reggio ha ospitato nell’ultima domenica di settembre un torneo di calcio tra attivisti italiani e palestinesi con l’obiettivo anche di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni di Masafer Yatta.
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