SANT’ILARIO (Reggio Emilia) – In piazza per chiedere al Governo di farli riaprire ci sono anche i gestori di pub e locali che lavorano per lo più la sera. Per loro la chiusura alle 18 disposta dal nuovo Dpcm significa, in pratica, chiusura totale.
“Aprivamo alle 18 con gli aperitivi e poi la cena – spiega a Tg Reggio Michele Illiano, gestore del Manhattan Pub – ora faremo un pochino di asporto, ma non so come staremo in piedi”. Tre soci, due dipendenti, cinque anni di apertura e tanti sacrifici. I gestori di questo locale, come tutti i loro colleghi, hanno investito molto dopo il lockdown per ripartire in sicurezza. “Tutti i soldi del decreto liquidità sono andati per comprare igienizzanti, cartelli, tavoli distanziati. Non abbiamo fatto il giorno di riposo e nemmeno le ferie”.
Già alla riapertura il fatturato era calato del 40%. Ora, con il nuovo Dpcm, è arrivata per loro, che lavoravano soprattutto la sera, una stangata senza precedenti. “Avevo dovuto incrementare il personale – ha aggiunto Illiano – ora li dovrò mettere di nuovo in cassa integrazione. Ho una famiglia, una bambina e un bimbo in arrivo, ma è per i miei dipendenti che mi preoccupo di più”.
E poi ci sono i fornitori e tutta la filiera che lavora nel settore della ristorazione. “Potrebbero anche arrivare i sussidi promessi dal Governo, ma è difficile pensare al domani. Lavoriamo giorno per giorno, ma per portare avanti un’attività serve un piano di lavoro che ora non possiamo fare”.
I ristoratori e i gestori dei locali chiedono al Governo un orario più flessibile per organizzare meglio il lavoro e i turni per i clienti, non la chiusura totale. “Dico solo ‘fateci lavorare’, chiedo solo questo. Non solo per me, per tutta la categoria che è in ginocchio”.
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