REGGIO EMILIA – I primi a tornare al lavoro sono stati gli amministrativi e gli operatori socio sanitari. Poi sarà la volta dei medici e degli infermieri, finora sospesi dai rispettivi ordini professionali. E’ l’effetto del provvedimento del Governo Meloni, uno dei primi varati dal nuovo esecutivo che ha anticipato al 31 ottobre la fine dell’obbligo di vaccinazione contro il Covid per il personale delle strutture sanitarie. A Reggio parliamo in totale di una trentina di medici, per lo più in pensione. Gli infermieri sono 46. Tra i dipendenti dell’Ausl, in 120 hanno rifiutato di farsi vaccinare. I medici si contano sulle dita di una mano.
“Non è una procedura immediata ma richiede prima l’intervento degli ordini professionali, quindi noi prenderemo atto che sono stati reiscritti agli ordini e possono rientrare – spiega Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’Ausl – Il reintegro del personale amministrativo e oss che non hanno gli ordini e che era stato sospeso dall’azienda può avvenire subito, oggi sono già rientrati in servizio”.
Numeri – continua la direttrice Natalini – che di certo non risolvono il problema della carenza dei professionisti, diffuso su tutto il territorio nazionale. Resta aperto il dibattito su dove collocare il personale rientrato in servizio. Il neo ministro della sanità Schillaci è intervenuto dicendo che saranno le direzioni sanitarie a decidere qual è il posto migliore in cui impiegarli: “Nel momento in cui le persone non vaccinate rientreranno al lavoro dobbiamo tenere in considerazione sia la tutela dei pazienti sia la tutela del lavoratore, noi come datori di lavoro abbiamo anche l’obbligo della tutela della salute dei nostri lavoratori, in questo momento il Covid circola, circola fuori e dentro le strutture ospedaliere. Ci sono tanti elementi che dobbiamo valutare nel complesso, non è una decisione che possiamo prendere in autonomia come azienda sanitaria ma sicuramente dovremmo coordinarci con la regione, che a sua volta si coordina con le altre regioni per avere un comportamento uniforme sul territorio nazionale”.
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