REGGIO EMILIA – Ci sono nubi nere all’orizzonte sul futuro della sanità pubblica, alle prese con una carenza di risorse dalle conseguenze potenzialmente letali. E’ il conto salato presentato dal Covid, un effetto collaterale che sta generando un pericoloso corto circuito. Poche risorse significano infatti stipendi bassi e difficoltà per le aziende sanitarie di reperire il personale necessario, con il conseguente ricorso ai ‘gettonisti’, dai costi più alti, ma soprattutto con un carico di lavoro sempre più pesante per i dipendenti: richiami dai riposi, ore e ore di straordinario, infermieri costretti a fare gli oss.
Una situazione aggravata dalle aggressioni subite all’interno di alcuni reparti ospedalieri particolarmente critici come pronto soccorso e pediatria, ma non solo. La conseguenza è che la sanità pubblica sta perdendo di attrattività ed è sempre più difficile trovare nuovi dipendenti e scongiurare la fuga degli addetti verso il privato. Una tempesta perfetta per fronteggiare la quale occorre intervenire in fretta. Per questo Fials di Reggio Emilia ha chiesto un incontro urgente alla direzione dell’Ausl, in programma il prossimo 22 agosto, ma ha anche scritto al Sindaco Massari e al Prefetto Cocciufa.
C’è il problema degli affitti troppo alti per chi arriva in città e la necessità di potenziare il welfare aziendale, a cominciare dalla richiesta avanzata dal sindacato di non pagare più il parcheggio interno all’ospedale e di avere un nido aziendale, come già avviene in realtà vicine. Le risorse continuano a calare, i problemi ad aumentare, per salvare la sanità pubblica servono idee e la collaborazione di tutti.
“Il nostro territorio ha perso negli anni attrattività – ha detto Giuseppina Parente, Sub commissario Fials Reggio Emilia – Sono 33 anni che lavoro in quest’azienda, non un giorno, e di acqua sotto i ponti ne ho vista parecchia. Quello che sto vedendo quest’estate però non l’avevo mai visto. Sappiamo tutti che lo Stato non sta mettendo soldi per la sanità. Cosa facciamo? Tra poco non ci curerà più nessuno. Gli stipendi degli statali e degli infermieri sono un tasto dolentissimo: non crescono, sono tra i più bassi in Europa e anche il prossimo rinnovo contrattuale non vedrà aumenti eclatanti purtroppo. Bisogna che le istituzioni ci mettano la faccia e intervengano in sinergia se vogliono affrontare il problema”.
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