REGGIO EMILIA – Si sentono di serie B, appartenenti a una categoria inferiore, i lavoratori della sanità privata. Tre anni di trattativa per giungere a un rinnovo di contratto nazionale che manca da 14 anni sono confluiti in una situazione di stallo. L’associazione italiana della sanità privata, che aderisce all’associazione degli industriali, non mette la firma. Cinquecento gli addetti interessati nella nostra provincia, parte dei quali saranno domani a Bologna, a una manifestazione nazionale. L’appuntamento per il presidio è alle 10 davanti alla sede di Cofindustria.
“Vogliamo il salario parificato a quello dei lavoratori della sanità pubblica. Vogliamo diritti sia normativi che economici, che gratifichino quello che il personale ha fatto in questi ultimi mesi”, spiega Cristian Villani Funzione Pubblica Cisl Emilia Centrale.
Non è un caso se i lavoratori del privato attendono i concorsi del sistema sanitario nazionale per potere migliorare le proprie condizioni. Un fenomeno che negli anni ha causato un esodo verso le strutture pubbliche. Il rifiuto di Confindustria perdura, spiegano i sindacati, nonostante le risorse che dallo Stato entrano nelle casse delle strutture sanitarie private e nonostante ci sia l’impegno del ministero della Salute e delle Regioni a farsi carico per il 50% dell’aspetto economico del rinnovo.
“Il rinnovo sarebbe stato una risposta a tutti i mesi di sofferenza rispetto alla lotta contro la pandemia che ha visto i lavoratori privati in campo assieme a quelli del pubblico – sono le parole di Carolina Cagossi della Fp-Cgil di Reggio Emilia – Si è trattato di uno schiaffo, dato ai lavoratori e alle nostre organizzazioni sindacali”.
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