REGGIO EMILIA – “La normalità è diventata questa. Tutti col massimale da 1500 pazienti con la possibilità di arrivare a 1800 più quel 5% che porterebbe fino a 1890“.
Mille e ottocento pazienti presi in carico dallo stesso medico di famiglia, spiega Davide Favali, referente dell’Ausl per i medici di base del distretto di Reggio. Il carico di lavoro riguarda la maggior parte dei dottori operativi nel distretto che comprende, oltre al territorio del comune capoluogo, anche quelli di Bagnolo, Castelnovo Sotto, Albinea, Vezzano e Quattro Castella. In questa fetta di provincia si contano 125 medici di base. Tra loro soltanto quattro sono supplenti. L’estensione del massimale, ovvero del numero limite di pazienti assegnati a un professionista, portata da 1500 a 1800, risale a due anni fa, quando nel distretto sanitario reggiano per almeno 20mila cittadini si stava palesando il rischio di restare senza medico.
“Va bene guadagnare, ma la qualità di vita è importante anche quella. Se non hai più un minuto nemmeno per mangiare qualcosa…”, osserva Favali.
Una misura tampone che è diventata strutturale. Il prossimo anno in provincia di Reggio saranno 13 i medici che compiranno settant’anni, un numero che salirà a 22 nel 2026. Il problema non sta tutto nei pensionamenti. “Ci sono diversi medici che chiedono la pensione anticipata. Situazioni che si verificano all’ultimo. Lo si viene a sapere tre mesi prima. Poi però ci sono medici che chiedono di rimanere fino ai 72 anni”.
Veterani da una parte e giovani leve dall’altra. All’organico si provvede anche così, assegnando agli specializzandi i posti scoperti. “A luglio i posti carenti erano 42, ne sono stati assegnati 2. Su Reggio non ci sono stati problemi. I problemi sono soprattutto in provincia”.
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