REGGIO EMILIA – Due ortopedie, quella di Castelnovo Monti e Scandiano, che rappresentano due diverse sedi dello stesso reparto a disposizione dei pazienti della montagna e della zona delle ceramiche. In base alla riorganizzazione attuata dall’Ausl nell’autunno del 2020, le funzioni sono diverse: al “Sant’Anna” ci si dedica alla chirurgia che prevede almeno una notte in ospedale, come quella protesica e della spalla. Il “Magati”, nel quale prima del Covid si eseguivano 2mila interventi all’anno, è invece il riferimento per gli interventi ambulatoriali e in day hospital.
“Con questo sistema di integrazione dell’unità operativa siamo riusciti a fare nel 2021 il primo anno completo di questo progetto – le parole di Antonello Salsi, direttore di Ortopedia – Traumatologia – Ben 1.800 interventi nonostante la pandemia e la scarsità di risorse anestesiologiche che erano molto impegnate a presidiare i letti di terapia intensiva”.
A Scandiano, riveste un ruolo importante la chirurgia della mano: “Abbiamo un grosso impatto dal punto di vista delle patologie del tunnel carpale, che sono frequenti e invalidanti – ha aggiunto Umberto Fregni, responsabile del reparto – L’intervento può sembrare semplice, ma sono patologie che comportano molti dolori e con un intervento ormai routinario in anestesia locale si riesce a risolvere il problema in maniera definitiva”.
Il progetto prevede l’interscambio dei professionisti dei due ospedali. E, in una fase di grande difficoltà per la mancanza di medici, ha attirato nuove risorse: “Abbiamo un ragazzo del ’90 e un altro del 1989 che hanno arricchito la nostra unità operativa e che hanno accettato di venire in un reparto che presidia un territorio che è meno agevole da raggiungere”.
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