REGGIO EMILIA – Una controversia che rischia di cambiare lo scenario del sistema sanitario regionale. La Giunta intende revocare una Delibera del 2024, che faceva seguito ad una precedente del 2020, e che prevede indennizzi per le strutture private accreditate e chiede la restituzione di circa 80 milioni di euro già erogati.
Durante l’emergenza sanitaria, le cliniche private avevano garantito continuità operativa, senza accedere agli ammortizzatori sociali. In cambio, era stato riconosciuto un acconto pari all’80% della differenza tra il fatturato del 2019 e quello del periodo pandemico.
La revoca è giustificata, ha spiegato l’assessore Massimo Fabi, dalla “mancanza di coperture finanziarie”, il presidente Michele de Pascale, ha sottolineato l’importanza di tutelare la sanità pubblica ma per Aiop, l’Associazione delle cliniche private, si tratta di un atto “gravissimo” che mette a rischio la collaborazione pubblico-privato e si dice pronta al ricorso al Tar.
Le cliniche private con degenza e convenzionate, nel reggiano sono Salus Hospital e Villa Verde. In particolare il Presidente della Casa di Cura polispecialistica in via Basso a Reggio, il Dott Fabrizio Franzini presidente Provinciale di Aiop interpellato da TgReggio spiega: “Ci venne chiesto di interrompere la nostra attività caratteristica per ricoverare pazienti Covid. Con questa revoca non ci vengono nemmeno riconosciuti i costi. Oltre l’aspetto economico si mina alla base la fiducia con l’ente e questo è ancor più grave. Dagli anni 70 con l’accreditamento, Villa Verde ha integrato in pieno il sistema sanitario pubblico”.
Oggi l’80% dell’attività di Villa Verde è in convenzione e i fondi ricevuti con la delibera e dunque potenzialmente da restituire, sono pari a 1 milione e 200 mila euro. Al coro di critiche si è unita Confindustria Emilia-Romagna. A fare discutere anche l’annunciato tetto al numero dei pazienti da fuori regione.
Il 31 luglio è previsto un incontro tra Aiop e la Regione. Si cercherà di trovare un accordo su una vicenda che apre scenari delicati sull’accesso alle cure per migliaia di cittadini.
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Sul tema interviene anche la Funzione pubblica della Cgil Emilia-Romagna. “Il definanziamento da parte del Governo sta mettendo in crisi il Sistema Sanitario Nazionale – dice il sindacato – gli unici a non essersene accorti paiono essere gli imprenditori della sanità privata. Incuranti del calo delle risorse pubbliche, non perdono occasione per esigere sempre più denaro. Prima di pretendere altri fondi pubblici, pensino a rinnovare il contratto nazionale scaduto da 7 anni”.
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