REGGIO EMILIA – Le singole aziende sanitarie potranno inviare fino a due solleciti (PEC o raccomandata A/R) per i ticket non riscossi al 31/12/2024. E procedere all’iscrizione a ruolo, con un atto giudiziario nel registro del tribunale civile, almeno per i crediti sorti nel 2022 e precedenti. Le operazioni di recupero dei ticket saranno completate entro il 2026. Sono le singole aziende sanitarie infatti, come stabilito da una delibera regionale, ad avere la responsabilità del recupero crediti per i ticket sanitari non riscossi, nei casi in cui i pazienti avevano prenotato visite o prestazioni ma non si sono presentati o non hanno dato la disdetta in tempi utili.
La Regione Emilia Romagna lancia in questi giorni un’azione di recupero dopo la sospensione per l’emergenza covid. A livello regionale l’ammontare dei ticket non pagati è passato dai 7.584.188 euro del 2020 ai 21.370.441 del 2024, questo si deve al fatto che durante il periodo Covid l’invio dei solleciti ha subìto un significativo rallentamento e nelle fasi più critiche della pandemia è stato sospeso. L’Ausl di Reggio dal 2020 al 2024 aveva ticket non pagati da riscuotere per 8 milioni e 159 mila euro, di questi sono stati riscossi 5 milioni e 700 mila euro con una differenza di circa 2 milioni e mezzo. Nel solo 2024 la somma da recuperare si aggira sui 2 milioni di euro (il dato non è ancora definitvo) di cui 1 milione e 200mila euro già recuperata. La Regione ha previsto per i prossimi mesi campagne di sensibilizzazione, oltre alla possibilità di consultare gli insoluti tramite totem automatici nelle strutture sanitarie e sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Spetta alla Regione monitorare in corso d’anno l’andamento dei ticket non riscossi.
Inoltre, dando seguito alla normativa nazionale che prevede l’introduzione di un ticket per le prestazioni di pronto soccorso non urgenti, nelle scorse settimane la Regione Emilia-Romagna ha adottato una serie di interventi mirati. La norma del Ministero della Salute prevede infatti una quota fissa di 25 euro per prestazioni di pronto soccorso in codice bianco e verde e non seguite da ricovero, salvo esenzioni per i minori di 14 anni. Il ticket può salire fino a 50 euro o più in caso di prestazioni diagnostiche o ulteriori prestazioni collegate. L’Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni italiane, non ha stabilito altre tariffe o aggiunte rispetto al ticket base di 25 euro. Non è previsto alcun pagamento per chi ha avuto accesso al Pronto Soccorso in codice rosso, arancione e azzurro. ‘E’ un piano di recupero dei crediti che viene portato avanti non contro gli assistiti – spiega l’assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi – ma insieme a loro, nel segno dell’equità, perché il contributo di ciascuno è un elemento di tenuta del nostro servizio sanitario’.
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