BOLOGNA – Un milione tra visite specialistiche ed esami diagnostici in più, 280mila solo a Reggio Emilia, per abbattere le liste d’attesa e rispondere al bisogno di salute dei cittadini.
L’obiettivo della sanità regionale è ambizioso e difficile da conseguire in un epoca di scarse risorse. Dopo il Covid, che proprio in queste settimane sta rialzando la testa come numero di positivi, ma senza casi gravi e, dunque, senza impattare sul sistema ospedaliero, l’Emilia Romagna ha saputo diventare la regione di riferimento a livello nazionale. Lo certifica la fondazione Gimbe, che ha analizzato le pagelle del ministero sui Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Soddisfatto l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, che in conferenza ha ribadito le sue critiche al decreto del Governo sulle liste d’attesa per l’assenza di risorse aggiuntive, pur riconoscendo l’utilità della defiscalizzazione delle attività aggiuntive dei professionisti. “Per incidere sulle liste d’attesa – ha chiarito – occorrono due cose: risorse per aumentare il volume delle prestazioni e verifica dell’appropriatezza della domanda. Il decreto del Governo è carente su entrambi i fronti”. Ridurre le liste d’attesa resta la priorità della Regione, che punta a ottenere in questo ambito gli stessi risultati conseguiti sui Lea.
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