SAN MARTINO IN RIO (Reggio Emilia) – E’ tutta una comunità che si riunisce, che ricorda le 13 vittime del paese, portate via durante la pandemia di Coronavirus. Il silenzio interrotto dal suono delle sirene dei mezzi schierati della Croce Rossa, dei Carabinieri, della Polizia Municipale e della Protezione civile.
San Martino in Rio ha reso omaggio ai suoi morti. Nel parco della Rocca oltre al dolore c’è il ringraziamento ai medici di base del paese per il loro impegno durante l’emergenza. A loro arriva ‘Il Mantello di San Martino’ riconoscimento locale per i cittadini benemeriti. Flavio Avantaggiato, Lorenzo Culzoni, Pietro Giuseppe Penna, Filippo Alberto Filetti. Dal Comune anche la cittadinanza onoraria per Katia Pigozzi, a lei, medico di Villa Minozzo, che ha prestato servizio come sostituta di un collega in quarantena e poi ha continuato il suo lavoro da volontaria per l’ambulatorio Covid durante tutto il periodo più intenso della pandemia: ogni giorno percorrendo tanti chilometri dall’Appennino alla Bassa. “Una continua presenza negli ambulatori che erano inondati da telefonate, un ruolo sociale che è servito ad aiutare tutto il sistema a reggere”, spiega il dottor Flavio Avantaggiato.
Così la comunità di San Martino in Rio si è riunita per la prima volta dopo l’emergenza. Ci sono gli amministratori, i rappresentanti di tutte le associazioni e le organizzazioni del paese, oltre ai consiglieri regionali Andrea Costa e Maura Catellani. Ci sono tanti cittadini che non vogliono dimenticare. C’è Cristina Marchesi, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina direttore generale dell’Ausl Irccs: “Il territorio ha fatto la differenza in provincia di Reggio. In questi ambulatori il paziente veniva visitato, veniva fatto il tampone e assegnata la terapia. A San Martino i pazienti assistiti sono stati duemila”.
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