NOVELLARA (Reggio Emilia) – I termini per il deposito sarebbero scaduti domani, a 90 giorni dal pronunciamento del 19 dicembre, invece ci sarà ancora da attendere per conoscere le motivazioni della sentenza di primo grado del caso Saman Abbas. La Corte d’Assise di Reggio ha infatti chiesto e ottenuto una proroga di 45 giorni per motivare quel pronunciamento: ergastolo per i genitori della ragazza, considerati i mandanti del delitto; 14 anni allo zio, ritenuto l’esecutore materiale; assoluzione per i due cugini. Una sentenza che stabilì che la ragazza, che si era ribellata ad un matrimonio forzato, venne quindi uccisa per volontà dei genitori, ma che colpì: sia per l’entità della pena allo zio, che cadendo le aggravanti ha potuto chiedere il rito abbreviato, ma soprattutto per l’esito del processo nei confronti dei cugini, della cui presenza però sulla scena del crimine non c’è prova a parte dichiarazioni dello zio dichiarate nulle. C’è attesa quindi per queste motivazioni, che spiegheranno anche l’esclusione dell’aggravante della premeditazione da parte della Corte d’Assise. La complessità dell’istruttoria del caso Saman e l’impegno della giudice Michela Caputo anche nel processo sui presunti affidi illeciti in val d’Enza alla base della richiesta di proroga. Novellara intanto si prepara a dire addio a Saman a quasi tre anni dalla sua morte. I funerali sono stati fissati per il 26 marzo e saranno in forma privata ma nei prossimi giorni in prefettura verranno decise le modalità per permettere comunque alla cittadinanza di omaggiare la ragazza.
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La sentenza di primo grado è stata di ergastolo per il padre Shabbar Abbas e per la madre Nazia Shaheen, di condanna a 14 anni per lo zio, Danish Hasnain e di assoluzione per i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
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