NOVELLARA (Reggio Emilia) – “E’ impaziente di fare ritorno, per spiegarsi di fronte alle autorità italiane. Lo ha detto a più riprese, sia al procuratore generale, sia nell’ultima udienza”.
Fare chiarezza al più presto sulla sua posizione. E’ l’obiettivo di Ijaz Ikram, finito nei guai con le forze dell’ordine francesi due settimane fa. A reclamarlo è però la procura reggiana, che ne ha ottenuto l’estradizione. “Ha accettato di tornare in Italia per spiegarsi dinnanzi al giudice competente di questo fascicolo. Nei prossimi dieci giorni sarà consegnato alle autorità italiane”.
L’avvocato Julie-Gaelle Bruyere, che esercita a Nimes, racconta il disagio provato dal suo assistito che è turbato dal fatto di non avere potuto tranquillizzare i genitori rimasti nel suo Paese d’origine. L’arrivo in Italia del 28enne pakistano risale a due anni fa ed è avvenuto assieme all’altro cugino di Saman Abbas, quello attualmente ricercato assieme ai genitori della ragazza e allo zio. Anche Ijaz era un collaboratore dell’azienda Bartoli, impegnato nella gestione delle serre e dei campi. Ma cosa ci faceva, allora, su un bus diretto verso la Spagna? “Era in cerca di un lavoro più redditizio, in quanto le sue attuali entrate consentono di inviare denaro a sufficienza in Pakistan dove sua madre al momento è molto malata. Il mio assistito non ha detto nulla riguardo alla cugina, salvo specificare che non era al corrente di cosa fosse successo e che aveva appreso, una volta arrivato in Francia, dell’assassinio di un componente della sua famiglia”.
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