REGGIO EMILIA – Alla luce del caso di Saman Abbas, “l’Ucoii emetterà – in accordo con l’associazione islamica degli Imam e delle guide religiose – una fatwa contro i matrimoni combinati forzati e l’altrettanto tribale usanza dell’infibulazione femminile”. E’ quanto ha scritto sul suo sito internet la stessa unione delle comunità islamiche d’Italia, dove la foto della 18enne scomparsa a Novellara è presente in primo piano.
Ma che cosa è una fatwa? Consiste in un accreditato parere emesso da un muftì su temi inerenti, in genere, la conformità all’etica islamica di svariati aspetti della vita sociale, della politica, dell’economia o della sfera individuale o familiare del credente. Il muftì è un esperto autorizzato a emettere responsi in materia giuridica e anche teologica.
I consulenti dell’unione delle comunità islamiche sono dunque già al lavoro per elaborare il documento che sarà punto di riferimento per i fedeli musulmani che vivono in Italia. Si tratta, in questo caso – non essendoci in Italia un tribunale islamico – di un pronunciamento dal valore etico e comportamentale, ma non legale.
L’unione delle comunità islamiche si sta distinguendo per posizioni progressiste: in occasione della festa della Repubblica, ad esempio, è intervenuta elogiando la scelta referendaria, il voto alle donne, la nascita della Costituente. “La democrazia lì espressa è una pianta che va innaffiata e curata ogni giorno”. Se si scorre l’insieme delle prese di posizione più recenti, si trovano interventi su tutti i grandi temi di attualità, a testimonianza di un desiderio di cittadinanza che sta contagiando soprattutto le nuove generazioni di musulmani, quelle nate e cresciute in Italia.
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