REGGIO EMILIA – Tra le vigne accanto al rudere si intravede quella che è stata per quattro anni la casa di Saman Abbas, da quando è arrivata in Italia, raggiungendo il padre dal Pakistan, al 30 aprile 2021. La procura, che ora indaga anche per cercare eventuali complici, ritiene che quella sera cinque membri della sua famiglia l’abbiano uccisa. Tutti partecipi del delitto, ma con ruoli diversi.
A compiere materialmente l’omicidio della ragazza sarebbe stato lo zio, Danish Hasnain, lo stesso uomo che dieci giorni fa ha indicato agli inquirenti dove scavare per ritrovarne il corpo. L’avvocato di Danish, che nelle ultime ore ha nuovamente incontrato il suo assistito, sgombra il campo. “Le variabili possibili intorno a questo efferato e tristissimo fatto criminoso – ha detto Liborio Cataliotti – sono tante. Io non darei per scontato nulla, a partire dalle immagini che riprendono tre persone con una pala dirette non si sa dove e a distanza considerevole rispetto al fatto. Non prenderei posizione, ancora, sulla versione di nessuno dei protagonisti di questa vicenda. Mi limito a invitare a un’enorme prudenza”.
Ci sono 700 metri tra l’azienda agricola ed ex casa degli Abbas e il casolare dove negli ultimi giorni, dietro quel telo di plastica nero, si è lavorato per estrarre un corpo senza vita.
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