NOVELLARA (Reggio Emilia) – Dal 26 marzo dello scorso anno Saman Abbas riposa qui, nel cimitero di Novellara, a pochi passi dalla tomba di Augusto Daolio. Ci sono fiori e candele che la 18enne di certo non aveva sulla buca nella quale era stata nascosta dopo essere stata uccisa, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. C’è la stele con il messaggio che ha voluto dedicarle il fratello Ali: ‘Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte’. Chi si ferma non riesce a rimanere indifferente: “E’ una cosa molto forte, per i suoi anni e per la sua vita che aveva davanti”.
Nei giorni scorsi, ribaltando in buona parte la sentenza di primo grado e accogliendo l’impostazione dell’accusa, la Corte d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ha inflitto l’ergastolo anche ai due cugini, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, che erano stati assolti e scarcerati in primo grado, e ha alzato a 22 anni la condanna per lo zio Danish Hasnain, che ha fatto trovare il cadavere. Sono state riconosciute anche le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, escluse dalla corte reggiana. Fondamentale è stata la testimonianza proprio del fratello dei Saman, Ali Haider.
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