NOVELLARA (Reggio Emilia) – E’ stato fatto tutto il possibile per salvare Saman? Lo tornano a chiedere i consiglieri comunali del centrodestra in Consiglio a Novellara e nell’unione della Bassa Reggiana. In una conferenza stampa hanno sollevato dubbi sull’operato dei servizi sociali.
“Vogliamo sapere se è stato avviato già quattro anni fa, nel momento dell’abbandono scolastico forzato, un progetto sulla famiglia di Saman per recuperare la genitorialità”, ha detto Cristina Fantinati, capogruppo centrodestra nel Consiglio dell’unione Bassa Reggiana. La mancata iscrizione alle superiori di una ragazza minore di sedici anni, livello di età fino al quale è previsto l’obbligo scolastico. E’ soltanto uno dei campanelli d’allarme messi in fila dagli esponenti del centrodestra.
Risale al 28 maggio scorso la loro richiesta di accesso agli atti, necessaria, dicono, a far luce su eventuali negligenze da parte dei servizi sociali nella gestione della vicenda di Saman Abbas. Il dubbio, secondo la Fantinati, è che i protocolli fissati dalla Regione in materia di tutela dei minori non siano stati seguiti alla lettera. “La normativa prevede che si agisca non solo sul minore, ma anche sulla famiglia, sui genitori”, ha aggiunto.
Sotto attenzione dell’opposizione finisce così il fratello della ragazza scomparsa: “Ha assistito, è vittima di violenza assistita, anche lui era un minore da proteggere e tutelare”. Al centro delle critiche c’è in particolare una presunta mancanza di tempestività da parte degli operatori, che avrebbero dovuto proteggere la 18enne che troppo a lungo è rimasta sprovvista di un proprio documento d’identità e per troppi giorni – è stato sottolineato – E’ stata lasciata coi suoi famigliari, con l’assegnazione di una nuova struttura d’accoglienza arrivata con eccessivo ritardo? “Come mai, quando Saman è tornata a casa e ha accettato di andare in una comunità, la nostra Unione non ha potuto mandarla velocemente in una struttura in emergenza?”.
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