REGGIO EMILIA – Sul fratello di Saman. Su di lui, sul ragazzo che, ancora minorenne, è diventato il teste chiave della procura, dopo le sue dichiarazioni accusatorie contro lo zio Danish, è stata focalizzata in parte l’udienza. In che posizione si trovava all’interno della famiglia? Qual è stato il suo comportamento nei confronti della sorella? Con chi potrebbe avere avuto contatti nell’estate del 2021? Le difese degli imputati, e in particolare del cugino Nomanulhaq Nomanulhaq, l’avvocato Luigi Scarcella, e dello zio Danish Hasnain, Liborio Cataliotti, sono andate all’attacco.
E’ stato particolarmente incalzato da Scarcella il luogotenente Luca Angelucci della compagnia di Guastalla, che ha riferito delle tante utenze telefoniche tenute sotto controllo nei mesi immediatamente successivi alla scomparsa della 18enne. Ed è emerso, nelle varie conversazioni, un numero intestato al padre di Saman ma in uso, dicono i legali, al fratello minore. Un numero attivato il 27 aprile di due anni fa, e quindi tre giorni prima che Saman fosse uccisa. “Un’utenza che intrattiene rapporti telefonici con alcuni dei protagonisti della vicenda, ancora non posso dire tutto ma sarà molto rilevante per questo processo”, le parole di Cataliotti.
Quando il 15 maggio 2021 il fratello di Saman Abbas venne sentito dai militari per la prima volta, ebbe come “un cedimento emozionale – è stato riportato in aula dal comandante del nucleo radiomobile di Guastalla Matassa – e dopo circa un’ora di risposte stringate disse: ‘Adesso vi dico tutta la verità’, cominciando a parlare quasi come se si volesse liberare”.
Proprio in quei giorni, la scomparsa di Saman per gli inquirenti diventava ufficialmente un’inchiesta per omicidio in ambito famigliare. “Inizialmente, indagammo i genitori e lo zio, poi, dopo aver visto la videosorveglianza e le immagini del 29 aprile, anche i due cugini”, ha detto ancora Matassa. Sempre del luogotenente la dichiarazione: “Il casolare nel quale il corpo della ragazza è stato ritrovato fu il primo luogo in cui cercammo, ma il cane non puntò: l’argilla, quando si compatta, non dà odore”.
Il collegio peritale medico-legale ha chiesto e ottenuto altri 60 giorni di tempo, ma il 12 maggio ci sarà una pre-relazione in aula della professoressa Cristina Cattaneo. Intanto, venerdì prossimo è stato fissato nel pomeriggio un sopralluogo al casolare dove è stato rinvenuto il corpo, su richiesta delle difese.
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