NOVELLARA (Reggio Emilia) – Il caso di Saman Abbas. Dal faldone del processo per l’omicidio della 18enne pakistana emerge un nuovo video. Gli ultimi momenti di vita insieme alla mamma e nulla faceva pensare a cosa sarebbe successo di lì a poco.
I capelli raccolti, l’abito tradizionale pakistano, con il velo però calato sul collo. E in volto un accenno di sorriso. L’orologio delle telecamere installate in via Colombo a Novellara segna le 23.03, del 30 aprile 2021. La ragazza che passeggia in cortile con la mamma è Saman Abbas. Saman che aveva rifiutato un matrimonio combinato, fuggita prima all’estero e poi rifugiata in una comunità, lontano da genitori che la volevano diversa. E’ tornata a casa una volta diventata maggiorenne, a prendere i documenti per andar via per sempre. Ma la sua famiglia non l’avrebbe permesso. Il video, diffuso dal Tgr Rai Emilia Romagna, è nei faldoni del processo per l’omicidio della giovane, che inizierà il 10 febbraio. Saman è tranquilla, scherza con la madre Nazia: la donna a un certo punto si copre la testa come se stesse arrivando qualcuno, e si incammina verso le serre. Saman la segue in punta di piedi e la spinge via. Poi un salto di un’ora: lo stesso orologio segna mezzanotte e 10 minuti, è il 1 maggio. Saman esce di casa con i jeans, le scarpe da ginnastica e il suo zainetto, insieme a mamma e papà. Secondo gli inquirenti proprio i genitori l’hanno portata dai suoi assassini, lo zio e i cugini. E’ l’ultimo fotogramma che abbiamo di lei.
“Noi siamo morti sul posto” ha detto Nazia Shaheen, la madre di Saman, in una conversazione con l’altro figlio, intercettata a fine agosto 2021 e contenuta sempre negli atti del processo. Lei e il padre della ragazza, Shabbar Abbas, sono fuggiti in Pakistan lo stesso giorno in cui Saman è sparita.
Un video mandato in onda dalla trasmissione di Rete4 ‘Quarto Grado’ mostrerebbe proprio Shabbar in testa a una processione religiosa, il 27 agosto scorso a Charanwala, nella regione del Punjab. Il padre di Saman è stato rinviato a giudizio in Italia con le accuse di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Imputati anche la moglie e madre della ragazza Nazia Shaheen oltre allo zio Danish Hasnain, secondo la procura l’esecutore materiale del delitto e i cugini Ikram Ijaz e Nomanullaq Nomanullaq. Mentre gli ultimi tre sono in carcere, i coniugi Abbas sono ancora latitanti. C’è una richiesta di estradizione da parte del Governo Italiano ma finora non ci sono state risposte. Il loro legale, l’avvocato Simone Servillo, conferma di non essere ancora riuscito a mettersi in contatto.
Intanto da una cella del carcere di via Settembrini Ikram Ijaz avrebbe confidato ad altri detenuti di un ‘giuramento religioso sul Corano’, che imponeva il divieto di rivelare ad altri il nome dei partecipanti al delitto e le modalità dell’omicidio.
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