REGGIO EMILIA – La procura di Reggio chiederà che venga acquisito agli atti il bollettino meteo del 29 aprile 2021, la sera prima di quella in cui Saman Abbas fu uccisa, per capire se davvero le previsioni rendessero necessaria la copertura delle serre come hanno sempre sostenuto i cugini e lo zio per spiegare cosa stessero facendo con le pale e il sacco in mano, come mostrano quei fotogrammi che sono stati tra le immagini più simboliche dell’inchiesta per l’omicidio della 18enne pachistana.
Un’altra richiesta dell’accusa, che ricorre in Appello proprio per le assoluzioni di Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz e per i 14 anni di condanna a Danish Hasnain, sarà quella di riascoltare il fratello minore di Saman, che aveva puntato il dito contro tutti gli imputati, e il negoziante che aveva venduto i biglietti ai coniugi partiti da Novellara per il Pakistan il primo maggio. Il 27 febbraio durante la prima udienza la Corte d’Appello potrebbe quindi decidere di rinnovare parte dell’istruttoria, e da quella scelta dipenderà tanto dell’andamento e della durata del processo, che comunque potrebbe arrivare a sentenza nell’arco di un mese. Ma il grande punto interrogativo di questa seconda tranche sarà senz’altro il peso che potrà avere Nazia Shaheen, la madre di Saman, condannata in primo grado all’ergastolo da latitante a dicembre 2023. Nel frattempo la donna è stata arrestata ed estradata.
“La partecipazione della signora al giudizio è quella che si può definire la variabile impazzita”. L’avvocato Liborio Cataliotti, ospite di Buongiorno Reggio su Telereggio (e in streaming su Reggionline), fa chiaramente capire che le eventuali spontanee dichiarazioni del suo assistito, Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, dipenderanno da quello che eventualmente dirà in aula Nazia. Un concetto valido per tutti gli altri imputati. Che la vicenda sia ancora aperta era emerso chiaramente con le motivazioni della sentenza di primo grado: “Saman potrebbe essere stata uccisa dalla madre”, avevano scritto i giudici reggiani. Un altro grande nodo è l’aggravante della premeditazione, caduta in primo grado. “Che sia colpevole di omicidio o no, era comunque sul posto e la sua voce avrebbe un peso nel processo”, chiosa Cataliotti.
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