NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Auspico che il Pakistan non ammetta la richiesta di estradizione“. Da un certo punto di vista appaiono sorprendenti le parole di Simone Servillo, nonostante si debba considerare il fatto che parli come avvocato di Shabbar e Nazia, i genitori di Saman Abbas, tra i cinque indagati per la sua morte, partiti per il Pakistan lo scorso primo maggio e mai più rientrati. Nei giorni scorsi l’ambasciatore pakistano in Italia ha fatto sapere che da parte del Paese asiatico ci sarebbe il nulla osta per l’estradizione della coppia qualora venisse rintracciata dalle forze dell’ordine, così come richiesto formalmente dal governo italiano lo scorso luglio. Ma dall’avvocato Servillo arriva una riflessione diversa.
“Qui si chiede ad uno Stato di estradare due suoi cittadini per metterli in galera in attesa di giudizio; immaginiamo se si permettessero di chiedere all’Italia di consegnare due italiani per rinchiuderli in attesa di giudizio”.
L’avvocato ritiene che le indagini sulla vicenda che riguarda Saman Abbas – l’inchiesta è per omicidio – possano arrivare a un dunque anche con i genitori della 18enne in Pakistan. “Fin da subito i miei assistiti sono stati considerati fuggiaschi – dice ancora Servillo – ma per quanto mi concerne sono semplicemente partiti per un viaggio in patria. Lì hanno visto che qui erano per tutti colpevoli e sono rimasti, sfido chiunque a dire che avrebbe fatto diversamente”.
Perché da parte della coppia non c’è la volontà di rientrare e mettersi a disposizione per arrivare alla verità sulla scomparsa della figlia? “Quando si è coinvolti da un procedimento si è atterriti dalla paura”.
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