BOLOGNA – I movimenti degli imputati prima, durante e dopo il delitto mostrati in aula. Movimenti ripresi o ipotizzati. Quaranta minuti di fotogrammi montati in sequenza o con minuziose ricostruzioni satellitari, grazie alle immagini delle telecamere dell’azienda agricola Bartoli e di quella del vicino di casa, dalla sera del 29 aprile alla mattina del primo maggio 2021. Non immagini inedite quindi, ma la volontà della procura di mostrare le mosse reali e presunte dei cinque familiari di Saman ritenuti responsabili del suo omicidio.
Dopo la proiezione del video, è stata la volta della testimonianza di Alì Haider, il fratello oggi 20enne della ragazza uccisa. La procura ha chiesto e ottenuto che il ragazzo, teste chiave dell’accusa visto che ha puntato il dito contro tutti e cinque gli imputati, venisse riascoltato. Alì Haider in primo grado non era stato ritenuto credibile per alcune contraddizioni e per i contatti che aveva avuto Con i genitori latitanti in Pakistan. La Corte lo aveva definito indagabile, e la sua posizione era stata vagliata dalla procura dei minori senza che venissero poo formulate accuse a suo carico. Era anche stato escluso dai risarcimenti.
Il 20enne ha testimoniato dietro un paravento, per timore che incrociare gli sguardi dei genitori, in aula come tutti gli altri imputati, gli potrsse generare malessere. Ha comunque chiesto, tramite il suo avvocato Angelo Russo, di rimanere in aula a fine udienza per poterli solo vedere, cosa che non accade da quattro anni. Il giovane ha ripercorso ancora le ultime ore di vita di Saman: ha raccontato di aver fatto vedere la chat col fidanzato ai genitori, la sera del delitto; che il padre si arrabbiò molto, che la sorella andò in bagno a cambiarsi pronta ad andarsene di casa, che il padre aveva in mano dei fogli, “ma sono sicuro al 100% che non fossero i documenti di Saman, quelli erano nascosti”, ha detto Alì. La procuratrice gli ha chiesto se si trovasse sulla soglia di casa quando Saman è uscita per non fare più ritorno, e il ragazzo ha risposto “non ricordo”. Il padre era ancora arrabbiato? “Non ricordo, ricordo che la mamma diceva a Saman di non andare”. Era in uno stato emotivo precario, ha chiesto anche una sospensione dell’audizione.
Il fratello di Saman ai giudici: “Ho visto mio zio che prendeva per il collo mia sorella”
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