REGGIO EMILIA – Sono diventati di proprietà dello Stato i beni, mobili e immobili, appartenenti a Salvatore Cappa per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Erano stati sequestrati nel novembre 2017. Ora la Direzione Investigativa Antimafia di Bologna li ha confiscati definitivamente.
Salvatore Cappa, 52 anni, originario di Cutro nel 1995 si era trasferito a Reggio, ma è domiciliato ad Arcole, in provincia di Verona. Attualmente però si trova in carcere a Oristano. Arrestato il 28 gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione Aemilia è stato condannato in via definitiva nell’ottobre 2018 a 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa, estorsione e reimpiego di beni di provenienza illecita. Secondo i giudici di Aemilia Cappa aveva un ruolo di raccordo con la cosca Grande Aracri di Cutro, in diretto collegamento con personaggi di primo piano della consorteria aveva messo a disposizione del sodalizio alcune imprese create appositamente per commettere reati fiscali e riciclaggio. Tra queste la società Fft global service Srl, con sede ad Arcole, ora confiscata. Passano di proprietà dello Stato anche quattro immobili tra Reggio Emilia e il Veronese: nella nostra provincia per lo più capannoni. Sotto sequestro anche la villa dove abitava con il nucleo familiare e diversi veicoli. Il provvedimento è ora irrevocabile dopo la definitiva pronuncia della Corte di Cassazione.
Salvatore Cappa era convolto anche nel cosiddetto ‘Affare Sorbolo’: la lottizzazione di un terreno nel comune in provincia di Parma che ha comportato l’edificazione di diversi complessi immobiliari per un valore di oltre 20 milioni di euro, con denaro proveniente dalla cosca di Cutro e dalla attività criminale svolta in Emilia. Dopo aver scontato la pena in carcere Salvatore Cappa per 5 anni sarà sottoposto a sorveglianza speciale. Il provvedimento si aggiunge ad altri a carico di condannati in Aemilia: nel dicembre dello scorso anno sono stati confiscati beni per 10 milioni ad Antonio Muto (65 anni). Nel giugno 2020 confisca definitiva di beni per 500 mila euro a Pasquale Brescia. Confiscato per ora solo in primo grado invece il patrimonio di 13 milioni di euro dei fratelli Sarcone.
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