REGGIO EMILIA – “E’ un’azienda in cui negli anni è stato investito poco o nulla. E’ un’azienda ferma. Continua ad avere un prodotto che ha un mercato, esiste un portafoglio ordini. Ma avrebbe bisogno di investimenti significativi che purtroppo da parte dei soci negli ultimi mesi non sono arrivati“.
Dura dal 2008 la fase di stallo della ex Tecnogas. Di proprietà della multinazionale turca Snw, dallo scorso settembre l’azienda è gestita da un nuovo gruppo dirigente insediatosi con l’obiettivo di superare la situazione di crisi.
Un percorso che passa dal raggiungimento di un accordo di ristrutturazione da siglare con banche e fornitori, per un totale pari almeno al 60% dei debiti complessivi. Dopo mesi di trattativa, la fumata bianca non è arrivata ed è scaduto il periodo, concesso dal Tribunale, durante il quale la composizione giudiziale si svolge al riparo da ogni eventuale azione da parte dei creditori. La contrattazione prosegue, ma il terreno si fa più scivoloso.
“Bisogna tenere presente che il settore elettrodomestico è in difficoltà in tutta Europa, anche grandi gruppi internazionali che investono molto fanno fatica a rimanere dentro al mercato”. Ospite di Gabriele Franzini a Decoder, il segretario della Fiom Simone Vecchi ha parlato di difficoltà analoghe con cui stanno facendo i conti anche la Ems Group di Montecchio, la Sicam di Correggio e la Werter di Reggio. E di responsabilità di dirigenti aziendali le cui conseguenze ricadono sui dipendenti. Tra impiegati e oparai oggi la Tecnosuperiore ne conta 187. Un trentina di addetti, a ruota, lavorano sull’unica linea di produzione mantenuta attiva. La cassa integrazione tra cinque settimane giungerà a scadenza senza possibilità di rinnovo. Anche per questo motivo ciò che accadrà nei prossimi giorni sarà decisivo per le sorti dei lavoratori.
“Auspichiamo che gli attuali soci o nuovi soggetti capiscano che il marchio Tecno ha ancora un mercato. Che qui i lavoratori sono in grado di fare delle buone cucine e che va data loro la possibilità di lavorare e uscire dalla cassa integrazione e rilanciare l’azienda. Però serve coraggio e servono investimenti”.
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