REGGIO EMILIA – “Il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura”, lo stabilisce la legge 219 del 2017 sul consenso informato. Dunque è certo che le parole possono curare ma è il come vengono pronunciate, da chi, se risultano comprensibili o possono essere mal interpretate che fa la differenza. L’empatia la strada da percorrere pur in un momento non facile della sanità pubblica per medici e operatori sanitari spesso oberati di lavoro.
Al Core di Reggio Emilia il convegno ‘La comunicazione che cura’, la relazione tra medico e paziente.
In un mondo dove l’informazione corre veloce tra social, chat e intelligenza artificiale, medici, psicologi, ricercatori, infermieri e giornalisti hanno discusso di temi delicati ma cruciali.
Come affrontare le fake news, usare la tecnologia, fare conoscere il lavoro di ricerca dell’Irccs e non ultimo come condurre una divulgazione medico – scientifica che sia autorevole e credibile. Gli interventi hanno offerto spunti concreti per costruire ponti di fiducia tra chi cura e chi è curato. Il convegno è stato organizzato dall’Associazione Italiana Donne Medico.
Ascolta l’opinione di Valeria Manicardi, responsabile scientifico AIDM, e di Mara Manghi, presidente AIDM Reggio Emilia
core reggio emilia Associazione Italiana Donne Medico legge 219 del 2017