REGGIO EMILIA – “Trovo che sia speciale la grande ricchezza che queste persone hanno. E’ un progetto di verità, di trasformazione e di incontro: loro incontrano se stesse, ma anche l’artisticità che c’è in ognuno di noi”. A parlare è Arturo Cannistrà, coreografo del progetto Over dance, nato dalla collaborazione tra la Luc, la Libera università del Crostolo e Aterballetto Fondazione nazionale della danza.
Per una notte, la ribalta della Fonderia, tempio della danza contemporanea, è stata solo per loro, per le donne, tutte di età superiore ai 55 anni, partecipanti al progetto. “Alla Luc facciamo tanti laboratori che sono una parte molto importante delle nostre attività. Nel 2017 abbiamo deciso di aprirci al linguaggio della danza e del gesto”, spiega Susi Davoli, presidente della Libera Università Crostolo.
Lo spettacolo, atto finale del percorso, era dedicato alla pellegrina Egeria, una donna vissuta in un periodo di passaggio tra la fine del mondo antico e il sorgere del Medioevo. Una riflessione in chiave artistica sulla longevità. “Longevità non come una fase della vita, non la cosidetta terza età, senza negare il fenomeno dell’invecchiamento, ma intesa come processo che inizia subito dopo la nostra nascita e continua per tutta la vita”, è la precisazione di Irene Sartorelli, assistente di direzione.
Un laboratorio al centro di uno studio dell’università di Modena e Reggio che ha tentato di quantificare i benefici della danza. “I dati che abbiamo raccolto – dice la ricercatrice Sara Uboldi – danno risultati significativi in termine di benessere psico-emotivo, fisico e spirituale”.
Reggio Emilia danza salute spettacolo Aterballetto Luc Libera Università del Crostolo over dance