RUBIERA (Reggio Emilia) – Abitare a poche decine di metri dalle corsie di un’autostrada significa subire 24 ore su 24 il frastuono del traffico di auto e di Tir. Rende la vita impossibile. I cittadini di Fontana e S. Faustino di Rubiera, cui da anni la società Autostrade per l’Italia aveva garantito l’installazione di barriere antirumore, alzano la voce per chiedere il rispetto di quell’impegno.
“Non riesco a vivere qua così. Non ci sto a vivere così. Non è una vita normale – si lamenta l’agricoltore Franco Carnevali, portavoce del disagio dei residenti -; giorno e notte il rumore è continuo. Rumore e inquinamento. C’è di tutto. Alla notte io dovrei andare a dormire in un albergo. Mi dispero. Capiterà bene un miracolo a casa nostra, verrà bene qualcuno ad aiutarci”.
Già nel 2018 la società Autostrade aveva reso pubblico un piano definitivo per la posa di barriere fono-assorbenti nei punti critici dei Comuni di Rubiera, San Martino in Rio, Correggio e Reggio Emilia, con un investimento da 10 milioni di euro. Ma ancora non c’è traccia di cantieri.
“Non si può spostare la casa purtroppo – sono sempre le parole di Carnevali – Qua vogliamo le barriere anti-rumore, come hanno tutti in Italia. Vogliamo vivere da normali, vivere un po’ normali. La cosa è molto triste. Io dico a volte: ce la farò ad arrivare in fondo alla mia vita vedendo costruire queste barriere che mi potrebbero far vivere meglio?”
L’abbattimento dei rumori, ricordano i cittadini delle due frazioni, non è un optional, ma un obbligo di legge per spa Autostrade. Un decreto del Ministero dell’Ambiente prescriveva il varo dei piani di risanamento acustico entro il 2004 e la loro attuazione entro i 15 anni successivi, destinando almeno il 5% delle opere di manutenzione a questa finalità. Di anni ne sono trascorsi già 17.
Servizio di Gian Piero Del Monte
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