RUBIERA (Reggio Emilia) – In collegamento da una località sconosciuta, perché testimone di giustizia sottoposto a misure di protezione, Giuseppe Carini ha raccontato ieri sera la sua scelta di legalità a una platea di rubieresi riuniti nella sala consiliare.
Carini, nato e cresciuto nel quartiere Brancaccio di Palermo, ha testimoniato nel processo che ha condannato esecutori e mandanti dell’omicidio di don Pino Puglisi, il sacerdote martire ucciso il 15 settembre 1993 per la sua opposizione alla mafia nel quartiere dove spadroneggiava la cosca dei fratelli Graviano.
L’incontro a Rubiera faceva parte di una serie di quattro serate dedicate al tema della lotta contro le organizzazioni criminali. Carini, allora giovane studente di medicina, è entrato nel programma di protezione nel 1995, ha dovuto rinunciare alla sua identità per crearsi una nuova vita lontano dalla famiglia e dai suoi affetti. Una scelta coraggiosa, ma “non sono affatto pentito di averla fatta” ha raccontato alla platea che ha ascoltato con emozione il suo racconto, in un dialogo a distanza col sindaco Emanuele Cavallaro.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia Rubiera collaboratore di giustizia Giuseppe Carini











