RUBIERA (Reggio Emilia) – Obiettivo: aumentare il volume della cassa di espansione del fiume Secchia, a nord di Rubiera, al confine tra le province di Reggio e Modena. I cambiamenti climatici in atto, con lunghi periodi di siccità alternati a violenti temporali e intense precipitazioni, impongono nuovi interventi per garantire la sicurezza idraulica del territorio e non disperdere un bene prezioso come l’acqua piovana. E’ questo l’obiettivo del progetto di adeguamento in corso di realizzazione da parte di Aipo, il cui costo complessivo sfiorerà i 75 milioni, in parte finanziati con i fondi del Pnrr.
Nei prossimi giorni, secondo quanto comunicato dalla Regione, i lavori entreranno nel vivo con la rimozione della terra che si è accumulata a monte della diga e una nuova riduzione della vegetazione presente. Le piene degli ultimi anni, infatti, con i detriti portati a valle dal fiume hanno ridotto in modo significativo il volume della cassa. In alcuni punti la terra accumulata, bloccata dallo sbarramento principale, ha raggiunto i due metri di altezza. Il materiale rimosso, in una successiva fase, servirà poi per alzare gli argini esistenti di circa 1 metro e aumentare ulteriormente la capacità d’invaso, ossia la quantità d’acqua accumulabile.
Quella che sta per iniziare, è la seconda fase dell’intervento. Nella prima Aipo, suscitando anche la protesta di associazioni ambientaliste e cittadini di Rubiera, ha preparato l’area su cui saranno realizzate le opere per il contrasto alle infiltrazioni d’acqua e il rialzo degli argini. Lavori che hanno comportato l’abbattimento di numerosi alberi anche di grande fusto. Manutenzione straordinaria della vegetazione che proseguirà anche in questa seconda fase del cantiere all’interno dell’invaso della cassa.
La Regione, però, evidenzia come siano previste anche opere di compensazione concordate con il gestore della riserva naturale, l’Ente per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale e il Ministero dell’Ambiente. Così nel prossimo autunno, periodo migliore per la piantumazione, all’interno della cassa verranno ricreati 5 nuovi isolotti con 2.600 arbusti di specie autoctone e punti di posa e nidificazione degli uccelli acquatici. All’esterno della cassa, invece, su un terreno demaniale incolto di circa 30 ettari, a sud del ponte sulla Via Emilia, sarà realizzato un bosco.
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