REGGIO EMILIA – Quaranta minuti che interrogano, spaventano, spingono alla speranza, strappano lacrime e inducono a credere che i miracoli esistano. La vita di Fabrizio Maiello raccontata dal regista Luca Guardabascio è un caleidoscopio di emozioni: il sogno di diventare un grande calciatore si infrange quando un ginocchio si rompe. Con l’arte fanno crac anche le certezze: Fabrizio cade nel gorgo della malavita milanese. Rapina, spara, rompe la testa al direttore di un carcere fino a quando finisce all’Opg di Reggio.
In quel luogo, la sua vita cambia di nuovo: questa volta in bene. Un compagno di cella, bisognoso di tutto, Giovanni, e un cortile di pochi metri quadrati in cui palleggiare senza mai far cadere il pallone trasformano un malvivente in un uomo che oggi è un testimone di legalità e gira le scuole per dire che “la vita è bella e il male fa schifo”.
L’emozione ha coinvolto molti. Tra questi anche il regista Guardabascio e l’assessore comunale allo sport, Raffaella Curioni. Il sindaco Luca Vecchi, che ha assistito alla proiezione in un Rosebud pieno, riassume così il docufilm: “E’ una storia di dolore, ma che dà speranza per il futuro”.
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