REGGIO EMILIA – Compagne conviventi, oppure “prede” che devono essere “catturate” in un modo o nell’altro. Oggetti di cui fare quello che si vuole, perché “tu sei donna e fai quello che dico io”. Con frasi del genere, per anni, un 46enne residente in città si è rivolto alla moglie. Non contava che la figlia minore della coppia stesse guardando e sentendo, non contava che la donna implorasse di smetterla. Le vessazioni psicologiche e fisiche erano continue. Gli epiteti volgari, le minacce di morte, le umiliazioni, gli accessi d’ira dopo aver assunto droga e alcol. In un’occasione, il 46enne ha minacciato la moglie con un coltello per obbligarla ad alzarsi dal letto e a spogliarsi nuda; un’altra volta l’ha picchiata fino a farla svenire. Ad aprile, al culmine di una lite in strada, l’uomo ha colpito la moglie con un pugno al torace e ha continuato a prenderla a calci mentre era a terra, rompendole una costola. Dopo le cure del pronto soccorso, la vittima e la figlia sono state portate in una struttura protetta. In queste ore, al termine delle indagini di procura e carabinieri, il 46enne è stato arrestato e portato in carcere.
Dovrà indossare il braccialetto elettronico e rimanere ad almeno un chilometro di distanza dalla compagna un 44enne di Castellarano che almeno dal 2022 sottoponeva la donna a una vita di violenze e soprusi, maltrattamenti che anche in questo caso spesso avvenivano davanti al figlio della coppia. L’uomo avrebbe anche impedito alla donna di lavorare e l’avrebbe privata dei mezzi economici per le necessità del figlio. “Ti ammazzo e farai una brutta fine”, “ti taglio la testa”, le diceva. A luglio la donna è stata rincorsa, percossa, colpita in testa e minacciata con un coltello da cucina, coltello che i militari, intervenuti, hanno trovato nel lavandino della cucina.
Non si capacitava del rifiuto da parte di una collega un uomo di 27 anni di Correggio: la donna gli aveva fatto chiaramente capire di non essere interessata, ma come se nulla fosse lui ha continuato a tampinarla fino a diventare il suo incubo. La chiamava anche dieci volte al giorno, sui social la definiva la sua “fidanzata”. Si presentava quotidianamente sotto casa sua, dove in un’occasione è rimasto appostato in auto per sei ore. “Io non la smetto, o mia o di nessun altro”, è arrivato a dirle. La giovane viveva costantemente nella paura, per sé e per i suoi famigliari. Una sera il 27enne si è presentato nel cortile di casa della collega e l’ha minacciata prima di bloccarla a terra e di colpirla con schiaffi e pugni, fino all’intervento di un vicino di casa. La procura ha chiesto e ottenuto dal gip, per l’uomo, i domiciliari.
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