REGGIO EMILIA – “I reggiani sono più spigolosi, Bologna è più sferica. Difficile spiegarlo ai miei colleghi stranieri”. Parte tutto da lì, dall’Emilia. Prima dalla sua Reggio, dove ha iniziato la carriera politica come consigliere comunale. Dal liceo classico, dalle partite di calcio al Campovolo, da quando i genitori lo inviavano a pagare l’affitto per l’appartamento di via Toschi, nello stesso stabile dove aveva sede il Pci. Poi Bologna, che è la sua Emilia adesso. In mezzo, Milano, Londra, l’Africa.
“Strana vita, la mia” è il titolo dell’ultimo libro di Romano Prodi. L’ex presidente del consiglio racconta di sé, di politica interna ed estera, di economia, ospite a distanza di Buongiorno Reggio. Sullo sfondo c’è sempre il suo grande amore: l’Europa, cui però non risparmia mai critiche, dicendo che “la basi devono essere salde e forti ma senza prescindere dal dialogo”: “Malta con 300mila abitanti può bloccare l’Unione Europea con 440 milioni di abitanti”. E ancora: “In Afghanistan abbiamo degli obiettivi seri: aiutare la parte sofferente della popolazione. Possiamo farlo e dare aiuti senza dialogare con il Governo? Dovremo pur passare da chi comanda, ma non vuol dire avere la minima adesione ai loro principi. Dialogare con San Francesco sono buoni tutti, è dialogare col lupo il problema”.