ROLO (Reggio Emilia) – Si sono addormentati in una strada e si sono svegliati in un’altra. Succede a Rolo dove il Comune ha deciso di cambiare la denominazione di tre strade che esistono da decenni.
Nello specifico: il tratto finale di via Moro, tra via Falcone e via Corbella, rinominato via Nilde Iotti; il tratto tra via Borsellino e l’incrocio, rinominato via Levi Montalcini, e il tratto di via Preti nelle vicinanze di un’area verde, diventato via Maria Spaggiari Bandini. Coinvolti tra i 60 e gli 80 nuclei famigliari.
Un cambio con implicazioni molto delicate, avvenuto repentinamente durante le feste natalizie e che sta sollevando una miriade di proteste. Presentato un esposto da parte di alcuni rolesi alla prefettura, ente competente nelle variazioni sulla toponomastica che conferma di aver aperto un’istruttoria che sarà analizzata per capire se tempi e procedure siano stati rispettati e che, in caso contrario, potrebbe dare corso a sanzioni e altre misure.
Le paure dei residenti legate alla possibilità in qualche modo di sparire e diventare fantasmi in casa propria per uffici, banche e gestori delle utenze sembrano essersi concretizzate proprio nelle ultime ore. Un 86enne è caduto dalle scale rimanendo ferito. E’ stata chiamata l’ambulanza che non sarebbe riuscita a raggiungerlo perché via Spaggiari Bandini al navigatore risultava inesistente e solo dopo diversi giri l’anziano è stato finalmente soccorso. Un episodio destinato a gettare benzina sul fuoco.
Ma perchè il Comune avrebbe fatto questa scelta tanto impopolare? Il sindaco, Luca Nasi, ha parlato di “specifici tratti in cui la numerazione era ‘critica’, a tal punto da rendere complessa l’individuazione delle abitazioni da parte di servizi postali e di consegna a domicilio, ma soprattutto per i mezzi di soccorso la cui tempestività d’azione è fondamentale”. Insomma, quello che si voleva evitare sta accadendo ora. Pacchi non consegnati, comunicazioni bancarie non recapitate, anziani in maggiore difficoltà per la mole di comunicazioni da effettuare e da ultimo, spiegano i più arrabbiati, l’incombenza di dover anche ritirare i nuovi numeri civici in Comune e da installare a spese proprie.
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