REGGIO EMILIA – Prosegue senza sosta il lavoro dei vigili del fuoco all’interno degli stabilimenti di Inalca e Quanta in via due Canali in città, distrutti dall’enorme incendio scoppiato nella notte tra lunedì e martedì che ha bruciato, oltre alle strutture, 1.300 tonnellate di prodotti alimentari tra cui carne, ma anche altre materie prime. Sul posto, da questa mattina, un furgone del Nucleo Investigativo Anti-incendi del 115 che fornisce supporto per le attività investigative connesse al verificarsi di episodi come questo. Sono inoltre attesi, da Roma, agenti della Scientifica, questo perché logicamente gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato per capire le cause.
“Quello che preoccupa ora sono i tempi – sottolinea Gaetano Capozza, Segretario Fit Cisl Emilia Centrale – L’area del rogo sarà necessariamente sottoposta al fermo per indagini e per la bonifica ambientale e solo dopo si potrà procedere alla bonifica”.
Allo stato attuale, le cause sono state definite accidentali, ma la procura è in attesa di ricevere una prima relazione per poi aprire un fascicolo. L’ipotesi di reato sarà quella di incendio, da capire se colposo o doloso. Dei quasi 450 dipendenti che lavorano all’interno dei diversi stabilimenti in via due Canali, oggi nessuno ha timbrato il cartellino. A qualcuno è stato proposto di andare a lavorare da domani nello stabilimento di Piacenza in pullman.
“Purtroppo a questa età non trovo altri posti”, ci confida sconsolato un lavoratore, “Speriamo che possano davvero fare qualcosa”. Domani, il solo comparto della logistica verrà ricevuto in Cisl, mentre sabato alle 15.30 al centro Malaguzzi si terrà una riunione dei dipendenti Inalca e Gescar alla presenza di tutti i sindacati. “E’ prevista questa assemblea organizzata dall’azienda, che comunicherà cosa intende fare per i lavoratori e poi ci sarà l’assemblea sindacale vera e propria”, chiarisce Salvatore Coda, Segretario generale Flai Cgil di Reggio Emilia.
Nelle scorse ore, il sindaco Massari ha incontrato i vertici di Inalca “per accertarmi – le sue parole – della volontà dell’azienda di tutelare l’occupazione. Ho raccolto, in questo senso, massima disponibilità. Ho preso contatto con tutte le imprese coinvolte, con le quali abbiamo avviato un dialogo coinvolgendo anche i sindacati”.
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