REGGIO EMILIA – Iniziato lo scorso 26 maggio, non è ancora terminato l’intervento di bonifica che le ditte incaricate da Inalca stanno portando avanti nell’area produttiva di via Due Canali, un polo andato distrutto lo scorso 11 febbraio a causa del gigantesco rogo che ha colpito anche lo stabilimento di Quanta.
Il legale dell’azienda aveva fatto richiesta di accesso all’area il 24 aprile e c’era stata l’autorizzazione da parte della procura. La zona oggetto del risanamento è molto più estesa di quella posta sotto sequestro dagli inquirenti inizialmente e che poi era stata anche ulteriormente circoscritta.
Un’inchiesta è stata aperta il giorno stesso dell’evento. L’ipotesi iniziale, quella dell’incidente causato da imperizia o imprudenza, e quindi nell’ambito della colpa, ha virato sull’eventualità che alla base dell’evento possa esserci stato un gesto voluto. Era stato impiegato un cane, Max, pastore belga di quattro anni, l’unico in Italia specializzato nella ricerca degli acceleranti di fiamma sugli incendi. I risultati della sua azione sono sotto accertamento.
Inalca Stabilimento bruciato Bonifica in corso Indagini Procura