REGGIO EMILIA – Le vie dell’associazionismo economico sono infinite. L’estate scorsa un accordo stragiudiziale ha posto fine ad un contenzioso tra Unindustria Reggio e Confapi nazionale durato quasi dieci anni, originatosi al momento della confluenza dell’Api di Reggio in Confindustria. L’associazione della piccola e media industria sosteneva che, se anche la maggioranza degli associati reggiani aveva deciso per la fusione, Confindustria non poteva incamerare il patrimonio dell’Api di Reggio. Prima un lodo arbitrale e poi la Corte d’Appello di Roma avevano dato ragione a Confapi e alla fine Unindustria Reggio ha accettato di pagare più di 2 milioni di euro a titolo di indennizzo per chiudere il contenzioso su quella forzatura.
Ora il voto del Consiglio generale di Unindustria, che ieri a scrutinio segreto ha indicato Roberta Anceschi come presidente designato, scrive un’altra pagina. Non solo perché per la prima volta gli Industriali reggiani saranno guidati da una donna, ma perché la Anceschi viene dalla storia di Confapi. Già 30 anni fa, poco più che 25enne, presiedeva il Gruppo giovani dell’Api di Reggio. E nel 2005, ai tempi della presidenza di Nello Ferraroni, faceva parte del consiglio direttivo dell’Api. E’ forse il segno che quell’esperienza storica non è stata cancellata dalla confluenza in Confindustria.
Roberta Anceschi, socia amministratrice della Simet di Rubiera, sarà eletta dall’assemblea generale il 4 luglio. Al suo fianco nei prossimi quattro anni avrà come vicepresidente vicario Savino Gazza della Sicem-Saga.