REGGIO EMILIA – Quanto può costarci accelerare sulle riaperture? Quanto sono ben riposte le speranze sull’arrivo del caldo come “vaccino naturale”? Il direttore del laboratorio che analizza le varianti del Covid in
Regione, il microbiologo Vittorio Sambri, si è confrontato a Il Graffio con il sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti, primo cittadino di uno dei comuni più grandi della provincia; col deputato di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, che spinge per l’abolizione del coprifuoco; con due dei ristoratori reggiani che hanno detto: “Se si allungasse alle 23 o 24, lavoreremmo quasi normalmente”.
“Vorrei sottolineare che, se un anno fa nelle terapie intensive c’erano i 70enni, adesso ci sono i 40-50enni”, ha detto Sambri. Ricerca costante dell’equilibrio tra rischi e benefici, quindi. Ma poi è disarmante la risposta su quanto in media abbiano inciso i ristori per la categoria ristorazione: “Siamo nell’ordine del 5% del mancato fatturato – ha riferito Paolo Croci, ristoratore – dopo un anno e mezzo, ci aspetteremmo dal Governo maggiori attenzioni specifiche sui settori”.
Poi, c’è il tema del rispetto delle regole. Su quei gestori di locali che hanno scelto nei mesi scorsi di aprire comunque o, nell’ultimo weekend, di non rispettare il divieto di ospitare gente all’interno, c’è da distinguere: c’è solidarietà solo per coloro che veramente non possono farne a meno, altrimenti è un danno per tutti. “Stiamo cercando di fare rete – ha aggiunto Riccardo Bertocchi, altro ristoratore – Si chiude un occhio: tante persone non potevano davvero fare altrimenti, non è stato per fare i furbi”.
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