REGGIO EMILIA – “E’ peggio del lockdown”: netto calo della clientela a causa della quarta ondata covid, ma anche costi di gestione lievitati per il caro bollette e l’aumento dei prodotti. Un quadro difficile quello evidenziato dall’associazione ristoratori reggiani costituitasi proprio durante la pandemia.
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“Di fatto stiamo vivendo un lookdown mascherato”, dice Paolo Croci dell’associazione ristoratori reggiani.
L’auspicio è che con l’affievolirsi della quarta ondata la gente recuperi un po’ di socialità. L’associazione ristoratori reggiani, che raggruppa oltre una cinquantina di locali, rappresenta un quadro del settore a tinte molto fosche
“E’ peggio di due anni fa perchè ora non ci sono più i sostegni, sia pure ridotti che il Governo ci aveva garantito quando era stato dichiarato il lockdown, ora questo lookdown non ufficiale ce lo stiamo pagando noi”.
A complicare la situazione i rincari energetici e delle materie prime: “Le bollette sono aumentate a dismisura, ma anche i nostri fornitori hanno aumentato i prezzi”.
C’è chi tiene aperto solo alla sera, c’è chi sta valutando di ridurre il proprio menu, in altre città sono state lanciate iniziative di protesta come le cene a lume di candela per risparmiare sull’elettricità. Soluzioni, però, rischiose secondo i ristoratori reggiani. “Bisogna stare attenti perché se si riduce l’offerta il cliente potrebbe essere ancora meno invogliato a venire”.
Dall’associazione parte poi una frecciata agli organismi di rappresentanza della categoria: “Chi dovrebbe rappresentarci nelle sedi istituzionali è molto allineato e non sta facendo molto rumore“. La crisi si traduce anche in una perdita di competenze, ammonisce Croci: “Abbiamo perso e stiamo perdendo cuochi e altre professionalità che sono andate a fare altro”.
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